LA LEGGE SULL'INTERRUZIONE DI GRAVIDANZA
Perché è importante salvaguardare la Legge 194 sull’Interruzione Volontaria di Gravidanza
Ci sono donne che desiderano avere bambini, che li crescono con cura e li amano, e donne che non li desiderano, e nella loro vita crescono e amano altro. Non siamo tutte uguali, ma siamo tutte indispensabili, e ognuna ha il diritto di scegliere in libertà a cosa dedicare la propria vita.
Negli ultimi giorni sono apparsi manifesti profondamente offensivi per tutte le donne. Manifesti che hanno paragonato i femminicidi operati dagli uomini sulle donne, e che sono riflesso di una società ancora fortemente maschilista, violenta e misogina, alla scelta legittima delle singole donne di non mettere al mondo figli che non desiderano.
Questo risuona come un affronto terribile, uno schiaffo alla delicata sensibilità delle donne che, spesso in segreto, compiono questa scelta, e che il più delle volte soffrono nel farlo.
Si è parlato di “fallimento” della legge 194, ma non si riflette sulle reali conseguenze che avrebbe la sua cancellazione.
In un mondo che si vuol definire moderno ed evoluto, non è assolutamente concepibile che si possa interferire con una legge simile, che è simbolo di progresso, di apertura, rispetto e aiuto verso le donne. Ma soprattutto, la ragione più importante per la quale non potrebbe mai essere eliminata, è che non è cancellando una legge che le donne smetterebbero di abortire. Semplicemente tornerebbero a farlo in studi e cliniche private, senza il supporto di un ospedale attrezzato, e magari finirebbero nelle mani di medici poco corretti e poco abili, che per racimolare grosse somme di denaro – che graverebbero fortemente sulle donne stesse – opererebbero interruzioni di gravidanze in condizioni inappropriate, antigieniche, se non addirittura infette, e senza anestesia totale. Condizioni che schiaccerebbero le donne, già provate, e che potrebbero addirittura portarle alla morte, per via di complicanze o infezioni alle quali non si potrebbe rimediare, non operando in un ambiente pulito e attrezzato per ogni evenienza.
Coloro che reputano questa legge fallimentare e che vogliono far sentire in colpa le donne che hanno necessità di metterla in pratica, sono persone che non solo non hanno a cuore la vita delle donne stesse, ma non hanno a cuore la vita a prescindere.
Costringere una donna a mettere al mondo un figlio che non vuole è una delle peggiori violenze che le si potrebbero infliggere, e spesso sono le donne stesse che scelgono di tradire se stesse, intraprendendo una strada che sentono e sanno non appartiene loro. Da queste scelte, infatti, hanno spesso origine gli infanticidi, il maltrattamento e l’abbandono dei bambini.
Una donna che mette al mondo un figlio mai voluto, è difficile che possa amarlo nel modo che il bambino merita. Il più delle volte lo sentirà come un fastidio, lo crescerà senza cura, senza amore, senza educazione, e senza tutte le attenzioni di cui ha bisogno per crescere bene, e per rispettare a sua volta la vita. E basta guardarsi intorno per vedere quanto sia diffusa questa triste realtà.
Coloro che pensano che la cosa non le riguardi, perché desiderano figli e la legge a loro non serve, dovrebbero uscire dal limite della loro percezione personale e comprendere che le donne non sono tutte uguali, e che la libertà di scegliere prescinde da ogni cosa. Magari in futuro saranno le loro figlie a voler interrompere una gravidanza indesiderata, e se non ci si batte adesso per proteggere la legge che permette di farlo in sicurezza, saranno loro a doversi rivolgere a studi privati, male attrezzati, se non addirittura a medici ambigui o a veri e propri macellai. E questo, in un mondo che si vuol definire evoluto, non è concepibile.
La legge 194 riguarda tutte, perché riguarda la nostra libertà sul nostro grembo e sulla nostra vita. Siamo noi a mettere al mondo la vita, e siamo noi a scegliere e a decidere se desideriamo farlo oppure no. Qualsiasi interferenza è inammissibile, qualsiasi giudizio è sciocco e inutile.
Nessuno, mai, può vantare alcun diritto sul nostro grembo e sulla nostra libertà di scelta.
Per questo è così importante proteggere la nostra legge, per far sì che le donne possano praticarla nel modo più rispettoso e nel luogo più adatto e sicuro, sempre.
Piuttosto che mettere in discussione una legge intoccabile, si dovrebbe invece pensare a come migliorarla e assicurarsi che venga sempre praticata in tutti gli ospedali. La figura degli obiettori di coscienza dovrebbe essere abolita, o quantomeno limitata, lasciando che a ricorrere ad essa siano soltanto le donne che desiderano farlo volontariamente.
Inoltre si dovrebbero adottare atteggiamenti più comprensivi e gentili nei confronti delle donne che chiedono di abortire. Hanno tutto il diritto di gestire il proprio grembo come meglio credono, e nessuno può giudicare le loro scelte, compiute in base alla propria sensibilità e alle proprie inclinazioni naturali.
Invece di regredire, scegliamo di crescere.
Invece di chiuderci, scegliamo di aprirci.
Invece di giudicare, scegliamo di comprendere.
E invece di eliminare i diritti delle donne, scegliamo di sostenerli, di migliorarli e di accrescerli.
Facciamo quel passo in più, oltre la nostra personale percezione della vita, andiamo incontro a chi ha una percezione diversa, ma ugualmente naturale e ugualmente legittima, e tendiamole la mano.
Proteggiamo la legge 194, proteggiamo i sacri diritti delle donne.
La Grotta Rossa delle Donne
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