LIGURI E CELTI: ALLE RADICI DELLA NOSTRA CULTURA
Parlare della Liguria e del basso Piemonte prima della conquista romana non è facile sia per la mancanza di fonti scritte, sia per la complessità del quadro che mostra un territorio che è stato oggetto di numerose migrazioni.
Parliamo dell'era Neolitica, quando il genere umano comincia a utilizzare anche l'agricoltura per il sostentamento, oltre che la caccia e la raccolta di erbe spontanee. Importanti ritrovamenti archeologici si trovano nella zona di Alba dove troviamo figure che richiamano il culto della Dea-madre. Altri reperti svelano che queste popolazioni probabilmente conoscevano il vino ben prima dell'avvento di Etruschi e Romani. Nel Neolitico i gruppi umani utilizzavano molto la pietra levigata per gli attrezzi agricoli e gran parte degli utensili. Di particolare pregio era considerata la pietra verde che si estraeva dalle sorgenti del Bormida. Questo materiale era molto richiesto in tutto il Piemonte e nel territorio albese sono stati trovati depositi di materia grezza, segno che questa zona era centro di commerci e scambi di particolare intensità e che queste tribù si muovevano e si scambiavano tra di loro oggetti e probabilmente anche informazioni.
L'arrivo dei Celti rappresentò una vera rivoluzione in Piemonte in quanto questi ultimi erano portatori di una visione del mondo profondamente legata alla religione nella quale i sacerdoti erano la classe dominante insieme ai nobili. Questa cultura carismatica molto forte ha prevalso su quella più arcaica dei Liguri. I Celti non si sono imposti sulle tribù già esistenti, ma si sono mischiati ad esse, come accaduto anche in altre zone del nord Europa. Infatti all'arrivo di Etruschi e Romani il Piemonte era abitato da un complessa rete di popolazioni Celto-Liguri con alcune differenze geografiche: in generale a nord del Po la cultura celtica ha prevalso in maniera decisa, mentre a sud l'impronta Ligure ha continuato a lasciare tracce importanti.
Come vivevano i nostri antenati entrati ormai nell'età del ferro? A capo dei villaggi c'era il Rix o la Rikana, cioè il re o la regina, in generale però il potere era appannaggio della classe sacerdotale che naturalmente godeva di grande prestigio a cui si affiancava quella dei nobili che erano anche i guerrieri, infine il popolo rappresentava la parte più umile della società. Fra i Liguri nella tripartizione ai sacerdoti si sostituivano gli artigiani.
Per quanto riguarda l'alimentazione scopriamo che i nostri piatti pregiati hanno origini molto antiche. I celto-liguri facevano grande uso di carne di maiale, quella che non era consumata subito veniva essiccata affumicata e salata per la preparazione di veri e propri insaccati. Era diffuso l'utilizzo di orzo a chicco intero per la preparazione di minestre, mentre farro, avena e segale erano la base per le farine. Di particolare pregio i formaggi. Anche il vino, a cui già abbiamo accennato, ci riserva qualche interessante sorpresa. Nella cultura celtica era diffusa la birra, ottenuta dalla fermentazione dell'orzo, ma il vino aveva un'importanza certo non marginale. In origine il vino veniva consumato puro in bicchieri alti e stretti che ne riducevano l'evaporazione. Successivamente Etruschi e Greci portarono in Piemonte l'uso di aromatizzare il vino con acqua, miele o spezie. Grazie a loro si diffuse anche il rituale del simposio, ovvero una forma di banchetto cerimoniale che rappresentava un momento importante nella vita sociale. I commensali si sedevano in cerchio di fronte a una grande abbondanza di cibi e vini. Erano uomini e donne che celebravano un guerriero famoso o un evento particolare. I posti venivano assegnati secondo etichetta, ma il formalismo si perdeva verso la fine del banchetto che si concludeva in chiacchiere, insulti, risse, duelli o anche con i canti dei bardi e il racconto di imprese eroiche.
Come già detto le divinità e la spiritualità dei Liguri si fusero fortemente con quelle Celta, fino alla nascita di una cultura che a tutti gli effetti possiamo nominare celto-ligure. I Liguri veneravano la Natura, in particolare boschi, fiumi e monti. Le Sorgenti. Molto forte era il culto delle acque: diversi siti lo dimostrano. Un esempio il Lucus Bormanus, un sito archeologico molto importante nella zona di Diano Marina. Il Lucus Bormanus era un Bosco Sacro dedicato al culto del Dio Borvo. Il Dio Borvo era un Dio delle Sorgenti, a tratti crudele e quindi molto temuto.
Le acque- specialmente quelle solforose- venivano considerate sacre e i bambini vi venivamo immersi subito dopo la nascita in segno di buon auspicio. Inoltre ninfe aleggiavano intorno a fonti e sorgenti e il Servan, uno spiritello dei boschi.
Questo e molto altro ci arriva dalla cultura dei nostri antenati.
E molto altro ancora ci sarà da scoprire ...
S.
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