IL POTERE DELLA DONNA NATURALE





Sin dall’antichità la donna era profondamente connessa alla Terra. Come rivelano numerosi ritrovamenti archeologici e studi antropologici, esisteva un vero e proprio culto della “Dea”. (vedi studi M. Gimbutas)
Dalla Babilonia all’Egitto, dalle terre dei Celti alle Americhe, e non solo, ecco che innumerevoli figure di Dee femminili appaiono a ispirare le diverse culture, Ishtar, Iside, Dana, Ixchel, e così via,… tutte rappresentazioni della cosiddetta GRANDE MADRE.
 Trovo affascinante come in diversi luoghi della terra ci fosse questo filo conduttore comune, come se la coscienza sul pianeta in quell’epoca, avesse il focus su questa determinata e specifica qualità: IL POTERE GENERATIVO.
Così come nella mitologia la Dea contiene all’interno del suo grembo le infinite possibilità,  e “sogna” tutto ciò che verrà creato, così la terra nell’oscurità del sottosuolo contiene tutte le radici e tutti i semi di ciò che verrà alla luce, allo stesso modo la donna porta nel grembo un figlio/sogno/progetto. Questo processo ha il suo tempo di gestazione, che ha la funzione di preparare la madre, la creatura, l’ambiente circostante, all’arrivo del nuovo. Stiamo parlando di uno sviluppo che richiede 9 mesi, non un giorno.
Ma allora sorge spontanea la domanda: “come si sposa questa saggezza naturale codificata nei corpi femminili con la filosofia attuale del “tutto subito” del consumismo?”, e ancora: “come mantenere vive le qualità della pazienza, della fiducia, della cura di sé che la gestazione insegna, se, gravidanza a parte, nelle altre situazioni di vita siamo sempre di corsa, indaffarate a far incastrare tutti i vari impegni?”
Oggi viviamo in una distorsione rispetto al potere generativo, spogliato dalla sua connessione con la natura, si è trasformato in un potere “produttivo”. La donna in primis, essendo predisposta nel corpo, cellularmente a essere questo “contenitore” del potere generativo,  risente di questa separazione dalla propria naturalità.
Fortunatamente, avendo questo dono di nascita fisicamente sempre presente, ha continuamente la possibilità di ri-allinearsi ai cicli naturali, al suo proprio ritmo, attraverso il ciclo mestruale.
E quando parlo di ciclo mestruale, non intendo solo la fase del sanguinamento, ma considero l’intero mese diviso in 4 fasi. Myranda Gray nel suo libro Luna rossa crea questo parallellismo tra il ciclo mestruale e il ciclo lunare, vedendo quindi la donna attraversare un processo di nascita (fase della vergine subito dopo la mestruazione, luna crescente, energia che aumenta), crescita (fase della madre, ovulazione, luna piena, energia al culmine), declino (fase dell’incantatrice, sfaldamento del corpo luteo, luna calante, energia in ritiro), morte (fase della strega, sanguinamento, luna nera, energia di immobilità, stato alterato di coscienza).
Si evidenzia quindi come il POTERE GENERATIVO, al suo interno comprenda anche il POTERE DISTRUTTIVO. Nel mio lavoro sull’educazione al ciclo mestruale per madri e figlie in età puberale, ho riscontrato che è veramente una sorta di “shock” per le donne adulte, sapere che è necessario utilizzare tutte e 4 queste energetiche all’interno delle proprie situazioni di vita per essere in equilibrio.
Sapere che consapevolmente hanno il diritto, oserei dire “dovere”, di “distruggere” quello che non funziona, che non le fa progredire nella loro evoluzione e non le rende felici, libera un’energia che prima era rinnegata e ridà qualità, colore e speranza alla loro vita. Oltre a ciò questa conoscenza rende le donne più responsabili rispetto al prendersi cura personalmente della propria agenda: per esempio se mi prendo pochi impegni nei giorni del sanguinamento, se dico di no alle richieste degli altri in quei giorni, sto assecondando il mio bisogno di “ritiro”, di “sogno”.
Quello che per le donne adulte è uno “shock”, per le adolescenti è un sollievo: sapere che possono essere tristi e vulnerabili così come felici e piene di energia, le toglie fin da giovani dalla trappola dell’ansia da prestazione, del volersi “conformare” a scapito del proprio ritmo.
Nell’antichità la donna mestruata era capace di attingere all’inconscio collettivo e allo spazio di sogno per portare messaggi alla comunità. Ai giorni nostri, pur vivendo uno stato alterato di coscienza durante il sanguinamento, la donna non è abituata a farci caso, ma la buona notizia è che basta metterci l’attenzione e subito la coscienza ricorda.
È necessario quindi, per produrre qualsiasi cambiamento nella società che la donna si riallinei con il costante cambiamento che vive al suo interno, riacquistando così il suo potere e accettando il suo essere “Terra”, accettando il suo essere “sognatrice” e “spazio sacro” in cui tutto ha origine.
Naturalmente ciò è un grande dono che comporta anche una presa di responsabilità, di cura, di attenzione, verso quelli che sono i sogni che ogni donna fa, verso i pensieri che nutre. Io credo che oggi questo richiamo al “risveglio”, alla “presa di coscienza”, sia non solo accessibile e in espansione, ma anche  praticabile nella vita di ognuna oltre che necessario per il pianeta.
Vorrei ora fare un’ultima riflessione su come il potere generativo/distruttivo, ci può venire in aiuto nelle relazioni di coppia, per portare bellezza anziché guerra e litigi, per “distruggere” quei pensieri collettivi di sottofondo per cui l’uomo è  incapace (non ci arriva, non ci comprende, è insensibile, meglio fare noi al posto suo), o è prevaricatore, e costringe la donna a prendere decisioni  dettate dalla paura e dall’illusione che qualcosa da fuori: il tempo, un miracolo, l’amore, possa cambiare l’altro.
Sfido a non sentire qualche donna che parla ad un’altra donna lamentandosi del proprio uomo e così di tutti quelli in circolazione, assumendo in questo modo un atteggiamento di vittima,  di solito inconsapevole. Nella coppia poi viene a crearsi un meccanismo di co-dipendenza alternato dai partner nel gioco del triangolo vittima-carnefice-salvatore.
Questa lotta tra i sessi, che affonda le sue radici a tempi antichi: dal matriarcato quando l’uomo ha la sola funzione di inseminare, al patriarcato, quando è la donna ad acquistare una posizione di inferiorità, ai giorni nostri, è sottilmente e subliminalmente ancora presente nelle nostre coscienze, come un’erba infestante che soffoca le altre piante del giardino.
E allora mi rivolgo a voi donne, non siete un po’ stufe di queste lotte di potere? Non vorreste tirare un sospiro di sollievo e vivere serenamente onori e oneri del vostro essere donna e lasciare agli uomini giocare la loro parte di uomo? Non vorreste “distruggere” questi pensieri limitanti che vi rendono la vita più difficile?
“Impossibile”, risponderebbe la donna in cattività… ma la donna naturale, quella nel profondo, saprebbe che con cura, pazienza e amore, sradicare le erbe infestanti è possibile, così come piantare nel proprio giardino i fiori e gli alberi preferiti.
Quindi vi chiedo…se non ci fosse questa censura della vostra mente che dice: “è tutta fantasia”, cosa riuscireste a immaginare? Come sarebbe per voi una relazione che funziona, paritaria, e che rispetti entrambe le tendenze naturali dell’individuo uomo e dell’individuo donna?
Beh, già solo se riusciste a immaginare, “sognare”, sarebbe un successo, in questo modo stareste introducendo nel vostro sistema psichico, nel vostro campo, nel giardino,  un’opzione che prima non esisteva. E dove focalizzate la vostra attenzione, lì create una realtà.
Scegliete il momento del sanguinamento per fare queste riflessioni con più facilità. Scegliete le fasi più energiche per darvi delle piccole “sfide”, cambiando attivamente azioni o modi di dire usuali (ad esempio, lascio l’uomo libero di mettere i piatti in lavastoviglie a modo suo, elimino dal mio vocabolario il “non si fa così”). Utilizzate la fase di calo energetico in cui siete più vulnerabili, per individuare ciò che nella relazione va cambiato perché funzioni meglio per entrambi.
E allora riassumendo: come contattare questa donna naturale durante la vita quotidiana, quando la donna in cattività è circondata da inquinamento psichico al lavoro, sull’autobus, mentre guida, mentre è bombardata dai media e così distratta dal suo interno per essere proiettata all’esterno, nella modalità maschile?
Con la volontà, la determinazione e l’umiltà di volersi semplicemente riallineare alla propria natura, con l’essere anzichè con il fare; con la riconnessione alla propria ciclicità onorando e rispettando i momenti di fermento, di desiderio di condivisione e di quelli meno “socially correct” di fragilità, di ritiro e di silenzio, di contemplazione.
In questa epoca di globalizzazione è fantastico avere accesso a informazioni e strumenti che permettono di scegliere tra diversi stili, così a seconda dell’umore della giornata potrò fare una passeggiata in natura, piuttosto che una meditazione “indian style”, una trance dance “sciamanic style”, una danza spontanea, una respirazione consapevole, il canto, lo yoga o semplicemente una lettura di un buon libro.
E così, da questo spazio di donna naturale, accogliendo il nostro ritmo personale, la nostra ricchezza in sensibilità, la nostra capacità di creare e generare figli e progetti, la nostra bellezza, possiamo iniziare a studiare e osservare l’uomo con curiosità, come se lo vedessimo per la prima volta… un essere diverso da noi, dal quale siamo attratte, nostro compagno di viaggio su questo pianeta, da cui imparare e a cui insegnare, con l’istinto di proteggere ciò che per noi è importante se solo ci concediamo di chiederlo chiaramente, e con un sacco di altre qualità che lo rendono unico.
Ecco il potere della donna naturale.
Citando Lao-Tzu: “un lungo viaggio inizia sempre con un primo passo”. E allora, care donne, siete disposte a prendervi responsabilità del vostro piccolo, così da iniziare con una pallina di neve e finire con una valanga? Siete disposte ad amarvi così come siete e a iniziare a guardare l’uomo con occhi nuovi così da creare una nuova visione collettiva?
Io credo che meriti mettercela tutta, per noi oggi e per le generazioni future.
Vorrei essere insieme a voi una delle donne “sognatrici” del nuovo, “creatrice” di nuovi modi di stare insieme, di condividere, attingendo dal passato ma trovando la forma appropriata per me che più si addice al contesto in cui vivo, vorrei essere insieme a voi la “distruttrice” di pensieri e atteggiamenti di lamento, senso di colpa e vergogna che sono opposti all’Amore, vorrei lasciare dietro di me scie di bellezza.
Allora a presto… io mi sono già avventurata in questo meraviglioso viaggio, ci vediamo lungo il cammino!
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