COME DIO PASSA ATTRAVERSO LE TUE MANI
Questa è un'antica leggenda Sufi che mi fu raccontata da un amico molti anni fa.
Comprendetela e fatene buon uso. A me ha aiutato spesso.
C'era nel deserto una carovana di Saggi Sufi.
Il Maestro era sempre l'ultimo della fila ma era da lui che provenivano la direzione e la volontà profonde del gruppo. Vagavano nel deserto contemplando la vastità e la desolazione del tutto, ascoltando nel vento la voce di Dio, lasciando sbocciare nel proprio cuore l'unione con il Divino.
Lenti cammelli seguivano i passi carichi di scorte, attraverso tempeste di sabbia, nell'arsura del caldo. Il deserto era pieno di insidie: l'assenza di acqua, il caldo e il freddo estremi, briganti e ladri lungo il percorso.
Chi si dava al deserto con quell'ardore e quella fiducia era ovvio conoscesse nel profondo che la propria sorte fosse completamente nelle mani di Dio.
Un giorno un ragazzo buono e intelligente vide i Maestri Sufi nella piazza del mercato.
Ascoltò con trepida commozione le parole del Maestro e le parve di sentire quasi il profumo del deserto all'alba, quando il freddo pungente della notte diventa afa opprimente, il thè della sera con l'aroma che si diffonde attraverso l'umido della notte che sale.
... E il suo Cuore si riempì di un calore sconosciuto mai provato fino a quel momento...
Gli sembrò di percepire Dio stesso tra le pieghe delle coperte, tra i campanelli tintinnanti lungo i bastoni.
E decise che il sentiero dei Sufi sarebbe stato il suo stesso sentiero.
Così si avvicinò al Maestro e gli chiese: " Saggio io voglio seguire la tua stessa strada, i miei passi saranno il seguito dei tuoi stessi passi, la mia voce sarà la eco del tuo canto. Come posso fare Maestro per seguirti? "
Il Saggio Sufi dopo averlo osservato a lungo sorrise e rispose:
"Dio che è grande accoglie tra le sue braccia tutti coloro che vogliono seguire il suo profumo. Solo dovrai imparare ad affidarti totalmente alla sua protezione. Nel deserto ladri e briganti seguiranno la carovana con intenzioni ostili, la sete brucerà la tua gola e il freddo della notte gelerà il tuo cuore. L'unico modo per seguirci e proseguire indenne sarà la totale e cieca fiducia nella Sua Giustizia e nella Sua Protezione".
Il ragazzo preso dal fuoco della passione senza alcuna esitazione disse che si, avrebbe accolto nel suo cuore la più cieca fiducia, avrebbe seguito la volontà di Dio fino alla fine dei tempi.
Così come promesso fu accolto nel gruppo.
Il suo cuore si riempiva giorno dopo giorno sempre di più di esultanza e gioia. La sua fiducia aumentava di giorno in giorno, di ora in ora.
Fino a che una sera all'imbrunire, quando la commozione del tempo che è stato e la speranza del tempo che sarà trovano spazio nella mente e nel cuore, si accinse al suo cammello. Era un animale timido e mansueto, l'amico ideale per chi camminava a lungo nel deserto. Lo guardò con grande amore negli occhi e invece che legarlo al palo come tutte le sere decise di sciogliere le corde e lasciarlo libero.
"Ora la mia fede è grande!" disse " Così grande che con cuore fiducioso posso lasciarti libero, certo del fatto che Dio si prenderà cura di te."
La notte passò con il suo gelo e il silenzio sordo del buio.
La mattina seguente il ragazzo si svegliò e come tutte le mattine corse a recuperare il suo cammello ma, sorpresa! il cammello non c'era più.
Il ragazzo allora si disperò e pianse. Non solo per la fatica che avrebbe dovuto compiere nella traversata senza il suo amico, ma anche per l'affetto che provava per l'animale. Si preoccupò al pensiero dei rischi che il suo cammello avrebbe corso nel deserto senza di lui. Andò dal maestro con un profondo dolore nel petto e disse:"Maestro voi mi avevate detto che per intraprendere il vostro stesso sentiero e giungere infine al profumo di Dio, avrei dovuto abbandonarmi totalmente alla fiducia. Ecco io l'ho fatto! Ho avuto così tanta fede che ho lasciato incustodito il mio cammello per tutta la notte, senza funi, senza protezioni, ed ora il mio compagno è perso per il deserto, patirà la sete e la solitudine. Ed io patirò la fatica. Dove ho sbagliato?"
Il Maestro osservò nuovamente il ragazzo con tutta la profondità del loro primo incontro e di nuovo sorridendo rispose: " Ragazzo, Dio si occupa sempre dei suoi figli, li protegge e assiste lungo i tragitti della vita. Ma Dio usava le tue mani per compiere la sua protezione. Hai impedito che Dio usasse le tue mani per proteggerti e così ora il tuo cammello è perduto. Allah Onnipotente ha stabilito leggi naturali e ci ha dato menti per comprendere queste leggi e la loro applicazione. Il fuoco arde, pertanto non mettete la mano sulla fiamma. I coltelli tagliano, pertanto non mettete la mano sotto la lama, confidando nella misericordia di Dio, no. Allah Onnipotente ci ammonisce dicendo di non gettarsi con le proprie mani stupidamente verso la distruzione."
Sara Cabella
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