IL DIVINO NEI FIORI






UN TEMPO LE ERBE FURONO DÈI: NUMI BENEVOLI AL SERVIZIO DEL GENERE UMANO, PROLE GENERATA DAL VENTRE PROLIFICO DELLA MADRE TERRA, STRUMENTO ALCHEMICO DI SALUTE. L’UMIDO SUOLO FU IL LORO ALTARE; L’UOMO, FRAGILE CREATURA, IL LORO FEDELE ADEPTO.

O erbe potenti, ora a tutte voi rivolgo la mia preghiera!
Imploro la vostra autorità, voi che la Madre Terra
ha generato e ha offerto in dono all’umanità:
ha riunito in voi i rimedi e i poteri curativi,
affinché siate sempre utilissimo aiuto
per l’intero genere umano.
Di ciò vi supplico e prego: venite,
avvicinatevi più rapidamente con le vostre virtù,
poiché Lei, che vi ha creato, mi ha concesso
di raccogliervi; è inoltre propizio colui al quale
l’arte medica è stata affidata. E nella misura in cui
la vostra virtù ne ha il potere, assicurate il rimedio
che giovi alla salute. Vi prego che mi facciate grazia
per la vostra forza, affinché in ogni situazione,
qualunque atto avrò compiuto nel vostro nome,
a chiunque vi avrò somministrato, garantiate successo
e rapido effetto. Che sempre mi sia lecito,
col favore della vostra autorità,
raccogliervi…
vi farò offerta dei frutti della terra e vi renderò grazie
nel nome della Madre che stabilì che foste generate.


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Ecco un frammento sopravvissuto di uno dei quattro più antichi erbari scritti in lingua latina. Si tratta di un’invocazione nota come Precatio Omnium Herbarum ed è una delle più commoventi attestazioni della devozione dell’uomo antico nei confronti del potere terapeutico della Natura. Si evince facilmente la visione magica e religiosa dell’invocazione degli Dèi nella loro forma arborea, capaci di sacrificare una parte di loro stessi da donare sottoforma di medicinali o cibo.

Sono testi come questo che danno un significato alla forza poetica che evidenzia la venerazione antica verso ciò che è sacro. Infatti questo testo è accompagnato da invocazioni alla Sacra Terra, Colei che genera e rigenera.

Nella loro apparente fragilità, non dimentichiamo mai il grande potere guaritore che racchiudono le erbe. Dall’Antico Egitto all’Impero Romano, erbari e testi botanici hanno continuato ad associare un valore magico ad ogni pianta, ognuna con un volore archetipo e associata a un dio o una dea. Le piante si avvalgono della sacralità della divinità che le hanno scoperte, a cui appartengono, trasformazioni di ninfe o lacrime che gli hanno dato la vita, condividendone le proprietà magiche e misteriose dalla notte dei tempi.

Il trascorrere del tempo non ha estinto la forza dell’universo e la potenza mistica delle erbe è rimasta invariata, tramandata nei secoli, attraverso diverse culture e religioni. Qualcosa vorrà pur dire!

“Tutte le cose sono piene di Dèi”

Talete

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