QUANDO IL PASSATO LACERA IL PRESENTE
Quando un dolore o una paura lacerano il nostro piano emotivo la mente (inferiore) tende a puntare un riflettore sull'accadimento doloroso e oscurare tutto il resto.
Crediamo che l'attenzione focalizzata sul dolore possa portare a una soluzione, mentre in realtà siamo soltanto preda di un aspetto della personalità umana inferiore che si nutre di problemi e emozioni basse (dolore, rabbia, elucubrazione ) perchè se i problemi cessassero e semplicemente fossimo presenti al momento quella nostra parte morirebbe. Morirebbero le dinamiche che conosciamo, le emozioni che conosciamo.
Se invece di chiuderci nell'aspetto ristretto e buio che esiste in ogni vita iniziamo ad aprire la mente facendo fuoco sull'insieme e questo lo facciamo nel Cuore - sede dei sentimenti e del vero Sapere -ecco che allora è possibile RiConoscere di nuovo la Bellezza, avere occhi per vederla di nuovo.
Questo non significa non vedere più il dolore.
La nostra società molto performante e la religione che ci accompagna, che accetta solo la luce e riconosce come negativo tutto il resto, spesso ci condizionano a credere che soffermarsi sugli aspetti dolorosi e stagnanti sia male e non vada fatto. A volte questo viene chiamato "trascendere".
Nella realtà ombre e luci saranno sempre presenti nella nostra vita, dentro e fuori. Occultare uno dei due aspetti mascherando tutto ciò non fa che portare sempre più ombra nell'insieme, non fa che nascondere queste dolorose zavorre che mano a mano diventano sempre più gravose e sempre più presenti. Mentre magari noi siamo davvero convinti di essere luminosissimi ☺.
Quello che dico è di aprirsi alla vastità dell'esistenza, alla vastità di ampiezze incommensurabili che dimorano dentro di noi, insospettabili sponde, eternità.
Così possiamo smettere di nutrire il nostro corpo di dolore evitando di focalizzare tutta la nostra attenzione su di esso ed evitando anche di girargli le spalle senza più nemmeno notare i danni che fa.
Spesso però questo processo non è semplice fatto in solitudine perchè da soli è più impegnativo vedere le proprie dinamiche, non si mettono in moto le energie in maniera cosciente e/o non si ha la struttura energetica sufficiente e quindi continuiamo a girare a vuoto in uno spazio che non è di guarigione. A volte incrementiamo addirittura il malessere.
Per questo esistono moltissime tecniche e terapie che ci aiutano.
Spesso però questo processo non è semplice fatto in solitudine perchè da soli è più impegnativo vedere le proprie dinamiche, non si mettono in moto le energie in maniera cosciente e/o non si ha la struttura energetica sufficiente e quindi continuiamo a girare a vuoto in uno spazio che non è di guarigione. A volte incrementiamo addirittura il malessere.
Per questo esistono moltissime tecniche e terapie che ci aiutano.
La psicologia in tutte le sue forme aumenta la consapevolezza e ci dona strumenti per superare le nostre dinamiche. Lavorare in energia non sostituisce la terapia psicologica. Tutte le persone che decidono, come me, di lavorare a contatto con il prossimo e peril prossimo dovrebbero sempre sostenersi e non smettere mai di lavorare su di sè con gli strumenti che oggi abbiamo. Quelli con cui risuonate meglio senza pregiudizi che siano o non siano della medicina tradizionale o del mondo olistico. Ogni tipo di lavoro che io faccio, pur partendo da un punto di vista apparentemente completamente differente, si va a integrare benissimo con qualsiasi percorso terapeutico medico o psicologico.
Le strade sono diverse ma il punto finale è lo stesso.
Non esistono strade giuste e strade sbagliate, esistono se mai persone corrette e consapevoli e persone scorrette e inconsapevoli e questo è vero in ogni ambito: medico e olistico.
Il Reiki, la meravigliosa energia da Moon Mother che tanto mi ha aiutato e sostenuto in questi anni, le erbe, i cristalli, le meditazioni e i riequilibri in gruppo, le sedute individuali.
I Fiori di Bach sono ottimi strumenti per lavorare nel nostro spazio emotivo.
Star of Betlemme è il fiore che mi sento di consigliarvi oggi.
Star of Bethlehem è il fiore che aiuta ad accogliere il dolore senza reprimerlo, è un fiore di trasformazione. E’ il fiore di partenza nel lavoro sulla patologia psicosomatica perché apre il vaso di Pandora dei pretesti, delle malattie, delle mancate responsabilità, della collera, della paura e del dolore. E aiuta a vederli per quello che sono, piccole tessere del nostro mosaico, ferite mai cicatrizzate, ombre che visitano la notte e il sonno.
In questi periodi se girate in campagna li vedrete timidi e bianchi stazionare nel verde dell'erba.
Vi mando un caro saluto e vi auguro una Buonissima Pasqua.
Che sia, indipendentemente dalla fede e dalla religione che si seguono, un momento di Rinascita e Amore.
Sara
Riproduzione consentita con citazione della fonte
Giovedì 2 e Venerdì 3 sono a genova con le sedute individuali di Channelin.
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