SONO SEMPRE ME STESSO: ACCETTAZIONE O SCUSA?
Questo non è un post moralista.
Ma nasce con l'intento di togliere un po' di maschere da quel "me stesso" di cui tanto tutti parlano.
Premetto che nella mia vita credo di aver conseguito una laurea ad honorem per il più alto numero di sbagli in attivo e so di essere stata anche scorretta, irascibile, testarda, egoista, opportunista, so di aver ferito i sentimenti degli altri, di averli invasi, di averli traditi, di avere a volte anche mancato di rispetto ... anche ora a volte mi capita. Siamo tutti esseri umani e talvolta siamo positivi per noi stessi e per gli altri e talvolta no. Non mi giudico per questo, non mi flagello. Ho sempre portato le conseguenze delle mie azioni nel bene e nel male, non come un vanto e nemmeno come una vergogna, ma come l'equilibrio rispetto allo specchio del mondo nel quale mi rifletto.
... Perchè essere me stessa è sempre passato per accettarne le conseguenze ...
E poi però ...
Leggo sempre più spesso frasi ad effetto in cui questo essere se stessi sarebbe la meraviglia che portiamo al mondo quando siamo offensivi, maleducati, gelosi, invidiosi, quando ci prendiamo gioco dell'ingenuità degli altri, quando non rispettiamo i sentimenti degli altri, quando usiamo la nostra posizione o le nostre capacità per farci gli affari nostri a scapito dell'altro. Come se essere tutto ciò ( maleducato, offensivo, squilibrato etc. ) sparisse dalla consapevolezza della nostra mente e fosse sostituito da un solitario e ammirevole: sono me stesso. Ho il coraggio di essere me stesso.
Ma che significa?
Se sono un assassino, stupratore, pedofilo va bene perchè sono me stesso?
Sono sempre felice quando qualcuna vede un suo limite o difetto durante le sedute individuali o di gruppo, non perchè vede un difetto ( ... che poi pregi e difetti variano a seconda delle circostanze e dei momenti ... ) ma perchè capisco che davvero se riusciamo ad ammettere una debolezza abbiamo imparato ad amare noi stesse. Ammettere una debolezza ci toglie dal luogo oscuro dove stanno tutti quelli che in genere hanno qualcosa da nascondere e ci porta ad accettare quello che siamo con quello che c'è. Senza colpe e quindi senza scuse, nascondimenti, bugie.
Ecco: a volte siamo anche così ... non me ne farei una colpa ... ma non me ne farei manco un vanto. Soprattutto per descrivermi allo specchio userei le parole italiane che descrivono i miei atteggiamenti e non un vile: eh ma io sono me stesso.
Se sono maleducato, vigliacco, se celo agli altri la mia natura ad hoc per farmi i fatti miei, se insulto, se aggredisco verbalmente, se tradisco, se calpesto il prossimo, se al contrario non affronto l'altro guardandolo in faccia, se sparisco senza spiegazioni ... sono questo: io sono quello che sono. Che poi è quello che faccio ...
Come mai tutta sta difficoltà ad ammetterlo visto che vi piace così tanto essere voi stessi? Il palesare a tutti quello che fate e dite dovrebbe essere meraviglioso per voi, visto che con tanta gioia dite di essere voi stessi.
Caricarsi delle conseguenze del vostro essere voi stessi, dovrebbe essere meraviglioso.
O no?
Qui vi aspetto cari voi stessi.
Alla fine dell'arcobaleno, nell'antro delle merdine, dove ci ritroviamo tutti.
Senza la tracottanza di chi pronuncia l'essere se stessi come meglio o peggio di qualsiasi altra cosa e che scusa ogni sbaglio con questo.
Nel luogo dove ci si può guardare in faccia e dire con reale serenità: sono stato un coglione, domani cerco di fare meglio.
Siamo liberi quando siamo noi stessi.
Ma ancora meglio è quando riusciamo ad essere liberi anche da noi stessi, dai nostri limiti, dalle nostre crudeltà inutili, dal dolore, dalla paura, dai risentimenti.
Forse è lì che siamo davvero Liberi.
E quindi è lì che siamo davvero noi stessi.
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