IL DOLORE CHE SCAVA PROFONDITÀ
Non venero il dolore, non ci sguazzo, non lo invito a cena e non mi piace.
Non credo che venga nella nostra vita per insegnare, come se qualche forza benevola ci favorisse il dolore come mezzo per apprendere.
Io ho imparato la gioia quando ho provato la gioia, ho imparato l'amore quando mi hanno amata.
Al dolore si resiste.
Non credo neppure che sia un castigo per qualche colpa commessa chissà quando, chissà da chi.
Non credo in una Divinità solo giusta, solo buona, solo magnanima.
E non credo né alle punizioni né ai premi.
Mi perdoneranno gli amanti del martirio come veicolo alla santità, mi perdonerà chi ha fede in qualche Babbo Natale che si muove solo in bene, chi vuole a tutti i costi volgere lo sguardo solo da una parte, solo altrove.
Vedo però fiumi sotterranei che emergono proprio nei punti della terra più aspri, più rocciosi.
Vedo possibilità se si spezzano le gabbie del pensiero rivolto solo a se stessi, oltre la chiusura cupa nel proprio dolore che smette di sentire l'altro davanti a noi, oltre l'egoismo che porta a pensare che nessuno ha patito quello che abbiamo patito noi.
Vedo che nonostante la stortura che un dolore porta con sé, esistono la nostra decisione e la nostra volontà, la scelta di restare vivi, aperti ... di restare liberi.
E vedo che questa libertà può usare persino il dolore come veicolo, e questa libertà usa il dolore per scavare profondità.
E allora nel dolore si smette di resistere e si inizia ad esistere.
Ogni volta in cui nel dolore decidiamo di tenere occhi e cuore aperti sulla realtà e sui sentimenti, ogni volta in cui lasciamo andare le deduzioni amare sulle vicende, lasciamo andare proprio tutte le deduzioni, smettiamo di cercare di capire quello che non si può capire, di spiegare quello che non è possibile spiegare, ogni volta in cui facciamo questo, noi lasciamo che il cuore senta tutto quello che può sentire.
E allora questo dolore scava profondità.
Allora permette di vedere quello che prima non vedevamo, permette di ascoltare e di comunicare, permette di conoscere la nostra immensa capacità di amare, permette di agire con tutto il nostro potere, di bagnarci fino alla testa nelle emozioni e uscirne rigenerati, permette di accettare la realtà senza scuse, spiegazioni, illusioni ... e permette di vivere di più.
Con più amore, più passione.
Intensamente senza sconti.
Il dolore non vuole migliorarci, non ha nessuna ragione e di per sé non serve a nulla.
Ma se ce ne lasciamo attraversare senza bloccare, senza stringere, in questo esistere senza apparente meta, senza apparente senso, il dolore può scavare profondità.
E possiamo rinascere.
Più autentici, più liberi.
Più Anime e meno vincoli.
Sara
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https://lasorgenteeladea.blogspot.com/
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