VERSO YULE: GLI ANTICHISSIMI SPIRITI SOLSTIZIALI - I KRAMPUS





Che cosa è un "Krampus"?

Un Krampus è una creatura brutta e spaventosa, che indossa un mantello di pelliccia sul quale sono appese delle pesanti campane. Il viso è nascosto da una maschera di legno da cui spuntano lunghe corna. Dalla bocca dentata penzola una lunga lingua rossa che, con il bastone ed i fasci di bacchette tenuti in mano dal Krampus, e' ritenuta un simbolo fallico. Possiede inoltre lunghe fruste di salice o catene sferraglianti. I Krampus simboleggiano i diavoli dell'inferno.
Il Krampus, detto anche Diavolo di Natale, ha il compito di “punire i bambini cattivi“, ed è quindi da considerarsi come l’antitesi di Babbo Natale.
L’origine di questa figura si perde nelle nebbie del tempo, ma gli esperti tendono comunque ad associarla ai tanti riti pagani, più probabilmente celtici, dell’eterna lotta tra il bene e il male (San Nicolò e i Krampus, appunto) che sono stati adattati alla cristianità, a partire dall'epoca della venerazione di San Nicola, ma erano già ben presenti nella cultura romana, quasi certamente ereditati dalla contaminazione dei popoli da loro sottomessi, quali i Celti.

I Krampus (dal bavarese krampn, ovvero "morto", "putrefatto", oppure dal termine kramp, che in lingua tedesca significa "artiglio", anche se in Alto Adige e in Germania è conosciuto anche come Teufel - Diavolo.) sono uomini-caproni scatenati e molto inquietanti che si aggirano per le strade alla ricerca dei bambini "cattivi". I loro volti sono coperti da terrificanti maschere diaboliche; i loro abiti sono laceri, sporchi e consunti. I Krampus, vagando per le vie dei paesi, provocano rumori ottenuti da campanacci o corni, che li accompagnano nel tragitto che compiono, mentre colpiscono con frustate la gente.
L'origine di questa usanza, mantenuta con fiero orgoglio in molti comuni facenti parte dell'area ex-austro-ungarica, si perde nella notte dei tempi. Una delle poche cose di cui si è a conoscenza è che questa manifestazione è legata al solstizio invernale.
È curioso che a mascherarsi secondo la tradizione, e a volte anche in abiti femminili, sono esclusivamente gli uomini. Ma il diavolo, o Krampus, può essere anche femminile e in questo caso si chiama Krampa. Altra regola è che la maschera da loro indossata non deve mai essere tolta in pubblico e gli spettatori non devono mai cercare di toglierla, pena il disonore per lo smascherato.

La leggenda dei Krampus

Si racconta che tanto tempo fa, nei periodi di carestia, i giovani dei piccoli paesi di montagna si travestivano usando pellicce formate da piume e pelli e corna di animali. Essendo così irriconoscibili, andavano in giro a terrorizzare gli abitanti dei villaggi vicini, derubandoli delle provviste necessarie per la stagione invernale.
Dopo un po' di tempo, i giovani si accorsero, però, che tra di loro vi era un impostore: era il diavolo in persona, che approfittando del suo reale volto diabolico si era inserito nel gruppo rimanendo riconoscibile solo grazie alle zampe a forma di zoccolo di capra.
Venne dunque chiamato il vescovo Nicolò, per esorcizzare l'inquietante presenza. Una volta sconfitto il diavolo, tutti gli anni i giovani, travestiti da demoni, sfilavano lungo le strade dei paesi, non più a depredare ma a portare doni o a "picchiare i bambini cattivi", accompagnati dalla figura del Vescovo Nicolò che aveva sconfitto il male.

La festa di San Nicolò

La festa di San Nicola di Bari, vescovo di Myra, si festeggia la sera del 5 Dicembre. La festa, che si svolge principalmente nell'arco alpino, ha come culmine una sfilata per le vie del paese. La sfilata solitamente segue quest'ordine: in primis sfila lo stesso San Nicolò, a piedi o su di un carro, distribuendo dolci e caramelle ai paesani; a seguire i Krampus, una masnada di diavoli inferociti, armati di fruste e catene.
I colori fondamentali di questa festa sono il rosso e il nero, con cui spesso anche i diavoli sono agghindati.
In Italia questa festa è maggiormente diffusa nella regione del Trentino-Alto Adige, ma viene celebrata anche nel Friuli-Venezia Giulia e in alcune località del Veneto, come in provincia di Belluno. Nel resto d'Europa, la sfilata avviene in molte altre zone, specialmente quelle di lingua tedesca, ma soprattutto in Baviera e Svizzera.

Lo svolgimento tipico della festa

La festa inizia con il vescovo San Nicolò, solitamente trainato su un carro, che interroga i bambini e si mostra con una folta barba bianca. Con i bambini che nel corso dell'anno si sono comportati bene egli sarà generoso di regali, tra i quali dolci, mentre per quelli che non si sono comportati bene, ci sarà un brutto rimprovero e il carbone (non quello dolce). Oltre a questo compito, San Nicolò deve placare le ire dei Krampus nei confronti degli spettatori.
I Krampus, infatti, sono selvaggi, violenti e inferociti, e quindi in questa particolare serata danno sfogo a quelle forze che per tutto il resto dell'anno rimangono represse. Rincorrono, fra urla, mugugni e grida, i bambini, i ragazzi, ma anche gli adulti e i più anziani, spingono la gente, dando pesanti frustate e colpi di verga alle gambe di chiunque capiti tra i loro piedi.
Appena il sole tramonta, San Nicolò scompare dalla sfilata, lasciando incontrollati i diavoli, che senza inibizioni rispondono colpo su colpo alle provocazioni dei ragazzi e degli adolescenti. Le rincorse e gli inseguimenti da parte dei diavoli possono durare anche ore, fino a quando le tenebre riavvolgono la parata di demoni e, lungo le vie, non è più possibile vederne alcuno.
Per concludere, il divertente e tenebroso spettacolo offerto dai Krampus costituisce un'efficace sintesi di tradizione e cultura.

Si crede che l’origine di questa figura infernale posta accanto a San Nicolò debba risalire all’undicesimo secolo, ma su questo punto non tutti gli studiosi concordano.
Le prime notizie sull’inizio della tradizione della visita nelle case e nelle fattorie di San Nicolò per augurare bene e proteggere i bambini risalgono al XVII secolo. Il Santo in questi giri era accompagnato dai diavoli che incutevano paura ai bambini “cattivi”.
Dalla metà del XIX secolo si hanno notizie del ritorno ufficiale dei cortei e delle corse dei “Krampus”.

Durante il periodo dell’Inquisizione, il rito dei Krampus era stato proibito proprio per questa sua vicinanza all’oscurità e alla sua natura diabolica, tuttavia è sopravvissuto in alcune vallate molto remote.
Sebbene questi demoni sbizarriti, nella logica della festa, vengano “domati” dal santo il quale diviene simbolo del bene che vince sul male, le perplessità in vero sono molte.
Il primo elemento su cui riflettere è che, durante lo scorso secolo, il governo austriaco ha più volte scoraggiato tali rappresentazioni, in special modo all’indomani della guerra civile austriaca del 1934 da parte del regime Dollfuss ed il Partito cristiano sociale. Nel 1950, il governo d’allora distribuì alla popolazione volantini dal titolo “Il Krampus è malvagio, evitatelo“.
Tutt’oggi in Austria sono in corso dibattiti molto accesi circa la festività, e se davvero sia adatta ai bambini.
Il secondo elemento, strettamente collegato al primo e causa dello stesso, risiede nella lenta ma progressiva paganizzazione della festa, laddove i krampus divengono la vera componente celebrata ed ammirata.
A prova di ciò vi è non solo l’estrema accortezza nel progettare e realizzare i costumi demoniaci, tutti curati nel minimo dettaglio, ma anche la sempre crescente partecipazione dei più piccoli, conciati anch’essi con travestimenti del genere dai genitori, rendendo la festa di San Nicolò in verità un novello Halloween: un vero pan dæmonium nel senso greco del termine.
In alcune zone dell’Ungheria, della Slovenia e della Repubblica Ceca, ovvero laddove la “cultura” del krampus si è modernizzata, già oggi si può toccare con mano l’avvenuta cancellazione d’ogni componente cristiana: in tali occasioni difatti la “festa” consiste esclusivamente in un Krampuslauf, ovvero uomini ubriachi vestiti da diavoli che inseguono persone per la strada. A Tarvisio in particolare, arrivati in piazza, i Krampus smettono di essere i servi di S. Nicolo' e si scatenano rincorrendo i ragazzi e talvolta gli adulti per frustarli, farli inginocchiare e recitare preghiere (il rito si svolge - con alcune differenze - anche negli altri paesi, ma sostanzialmente rimane sempre il medesimo. Ad esempio a Pontebba il Krampus si chiama Spitz Parkli). In alcuni paesi, infine, viene acceso un falo' ed i Krampus vi danzano intorno. Questo rito, sicuramente di ispirazione pagana, anticamente non prevedeva la figura di S. Nicolo', introdotta nel medioevo quale moderatore positivo delle forze negative incarnate appunto dai Krampus (all'epoca al posto di S. Nicolo' vi era in questa veste il Krampus bianco).
Ciò porta inevitabilmente alla mente le feste descritte dallo storico Svetonio volute dall’imperatore romano Tiberio, il quale faceva vestire dei ragazzi da fauni per poi spingerli a rincorrere delle fanciulle vestite da ninfe.

Le opinioni riguardo la figura del krampus e la modalità di celebrazione della festa di San Nicolò sono molto contrastanti, in bilico tra denuncia di superstizione e tentativi di sminuirne l’entità, ma la vera essenza di questa lenta trasformazione è talmente conclamata che persino il National Geographic, in un piccolo articolo, la annoverava tra le numerose festività e tradizioni pagane che negli ultimi tempi sembrano esser tornate di moda in Europa.
Un comune detto popolare è solito recitare che “la storia può solo andare avanti“: il caso del krampus ci dimostra l’esatto contrario.


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