GLI SPIRITI DEL PASSATO, DEL PRESENTE E DEL FUTURO. CANTO DI NATALE





E così a casa dell'uomo avido ed egoista arrivano tre spettri proprio la vigilia di Natale.
Questa non è una favola senza dolore ... forse perchè racconta qualcosa che in qualche modo riguarda tutti noi. Racconta del tempo, che passa inesorabile, degli affetti, che vanno nutriti per non spegnersi e di come ognuno può cambiare la propria vita in qualsiasi momento. Se solo decide profondamente di volerlo.

Scrooge torna a casa e si addormenta ... o forse no ... fatto sta che gli compare il primo dei tre Spiriti del Natale: il Passato.
Gli Spiriti, le Parche e le Norne sono sempre tre. Sono coloro che tessono le trame del destino e della nostra vita, rappresentano il collegamento tra gli eventi, la possibilità e il potere.
Come accade in ogni percorso e sempre lungo la nostra esistenza, la prima cosa con cui ci troviamo a fare i conti è sempre lui: il Passato. E' una figura indefinita, luminosa, androgina che pare essere un incrocio tra un vecchio ed un bambino. Egli conduce Scrooge attraverso gli anni passati per mostrare i Natali vissuti anni prima. Indossa una veste, stretta in vita e adornata da fiori. Tiene in una mano un rametto di agrifoglio e nell'altra uno strano cappello a forma di stoppino, che ricorda il suo spirito etereo che lo rende simile alla fiamma di una candela.
Il dolore dell'abbandono, la mancanza di amore, il sentirsi rifiutati.
Queste sono le più grandi ferite per il cuore di un essere umano ed è nell'infanzia che andiamo a trovare le radici della nostra incapacità di ricevere amore e di dare amore. Se durante l'infanzia abbiamo provato questo strappo, con questo strappo dovremo fare i conti per tutto il resto della nostra esistenza.
E così si arriva alla relazione sentimentale. Che non si sa vivere se non l'abbiamo vissuta in modo sano durante l'infanzia.
Come amo? Come faccio a sentire il tuo amore? Come faccio a sentire il mio senza provare fastidio?
Le volte in cui siamo stati lasciati o abbiamo lasciato perchè qualcosa che riguardava noi e solo noi non lasciava nemmeno uno spazio per l'altro. Perchè quando è mancato il giusto calore poi è difficile sapere donare.
Ma l'amore si nutre di amore.
Quando si affama muore.
E così per i propri interessi, il proprio egoismo, i propri falsi sogni, siamo restati da soli, ricreando all'inifinito sempre lo stesso abbandono.
Questo è lo Spirito più doloroso, che fa più rabbia, più difficile e nello stesso tempo quello da cui non potremo mai scappare.

E siamo in compagnia dello Spirito del Presente.
Lo spirito è un gigante dell'aria gioviale e allegra. Ha capelli riccioluti e scuri che gli scendono sulle spalle e una folta barba. Egli indossa una cappa di stoffa verde orlata di pelliccia bianca, unico suo indumento, che gli ricopre il corpo, lasciando scoperto l'ampio petto ed i piedi nudi. Dalla vita spunta, inoltre, una guaina arrugginita priva di spada all'interno. In testa porta una corona di agrifoglio e regge in una mano una torcia simile ad una cornucopia.
Lo Spirito che muore ogni giorno.
Mostra quanto prezioso e veloce sia l'attimo. Quanto solo oggi possiamo fare qualcosa davvero, azioni reali. Il Presente ridimensiona i problemi personali allargando lo sguardo alla realtà intorno a noi, mostrando che oltre alla nostra storia personale anche altri soffrono, gioiscono, si impegnano. Nel Presente abbiamo la vista spietata e crudele di quello che pensa davvero di noi chi ci è vicino, specchio fedele magari non di chi siamo davvero, ma sicuro di quello che abbiamo mostrato di noi. 
E con la mezzanotte il presente muore. Come ogni giorno.

E l'ultimo Spirito.
Lo Spirito del Futuro.
Lo Spirito viene presentato come uno scheletro, alto e maestoso, avvolto in un lungo mantello nero che gli copre interamente il corpo, lasciando trasparire soltanto una mano scheletrica con l'indice puntato. Lo Spirito non risponde mai a nessuna domanda: sta in silenzio e, a volte, si limita a fare soltanto dei cenni. A differenza dei primi due Spiriti, infatti, lo spirito del Futuro non parlerà mai per tutta la durata della sua apparizione perché incarna la morte stessa. L'unica certezza che abbiamo davvero in questa vita.
E la paura della morte come momento sconosciuto, paura della solitudine e di ritrovarci di nuovo abbandonati. La solitudine e la sofferenza.

La morte non può essere evitata una volta che siamo scesi in vita.
Ma la solitudine che consegue dall'immaturità di vedere solo i propri dolori, dal calcolo sciocco che cerca di proteggersi allontanandoci invece solo dalla gioia, dal rifiuto più o meno consapevole verso l'amore e verso il prossimo, si.
Si tratta solo di permetterci di sperimentare che solo donando possiamo ricevere e solo imparando a lasciarci amare possiamo infine noi stessi amare l'altro davvero.

E ora facciamo Silenzio amici miei, scrolliamo le vesti dalle polveri del tempo e lasciamo che il Natale abbia inizio. 

Sara
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